di Claudia Belleffi (“La Difesa del Popolo”, 18 marzo 2012)
SPAZIO DI ASCOLTO E SOSTEGNO. Dal 7 novembre scorso il centro parrocchiale Don Bosco di Caselle di Selvazzano ha aperto le proprie porte a un nuovo progetto. Ogni quindici giorni, di lunedì, dalle 8.30 alle 10, è attivo, infatti, uno sportello di ascolto personale e di consulenza familiare promosso dal consultorio familiare Cif di Padova: uno spazio neutro, gestito da personale qualificato, dove adulti e giovani, con libertà e garanzia di segreto professionale, possono “bussare” per trovare ascolto, sostegno e accompagnamento a seconda del proprio bisogno e richiesta.
«L’idea di aprire questo sportello – spiega don Danilo Bovo, parroco di Caselle – nasce dalla lettura delle situazioni di oggi e delle problematiche legate alla famiglia e al rapporto genitori e figli, che riscontriamo continuamente nella vita pastorale all’interno delle proposte dei cammini formativi di gruppo o della catechesi. E’ sorta quindi l’esigenza di offrire un sostegno, un punto di riferimento, non legato strettamente ai servizi sociali o ad altre strutture istituzionalizzate, dove è più facile per la persona essere catalogata e riconosciuta, per favorire un primo approccio e accostamento molto libero».
Per favorire la conoscenza del progetto, negli scorsi mesi parrocchia e Cif hanno organizzato due primi incontri (ne seguiranno altri nei prossimi mesi) per trattare due temi specifici: la realtà dell’adolescenza e le difficoltà dentro il nucleo familiare, in particolare dentro la coppia. «Abbiamo voluto toccare i due poli cruciali essenziali della vita familiare: quello evolutivo e quello della crescita dei figli e giovani, e quello del rapporto tra marito e moglie – commenta Finizia Scivittaro, responsabile dei progetti del consultorio familiare Cif di Padova e referente del servizio a Caselle – E’ stata l’occasione per avere così un primo contatto con tante realtà familiari del territorio e presentare il progetto».
Lo sportello, infatti, vuole essere una risorsa non solo all’interno dell’ambito parrocchiale, ma anche del paese. «Il nostro obiettivo – continua la referente – è raggiungere le famiglie e le donne. E’ una scommessa che stiamo lanciando: aprire, infatti, uno spazio psicologico all’interno di una comunità parrocchiale non è cosa scontata.. E’ una novità assoluta, un’innovazione e al tempo stesso una rivoluzione, che mette insieme la dimensione del mondo religioso e spirituale con la dimensione psicologica».
Lo sportello è aperto a donne, genitori ed educatori, coppie e singoli, giovani, adulti e anziani. «Chi vi si avvicina- aggiunge Davide Natta, direttore del Consultorio Cif di Padova – com’è nostro stile, troverà una persona che non giudica, che ha competenza e offre soluzioni non preconfezionate, ma che nascono dal confronto insieme e dalla voglia personale di risolvere il problema. Sapere, inoltre, che all’interno della parrocchia, di un luogo protetto, c’è questa opportunità e che è semplice arrivarci, può facilitare molto».
Il servizio è gratuito e non necessita di appuntamento: chi lo desidera può avvicinarsi in libertà, anche aiutati dalla figura del “facilitatore”.
«Per il buon funzionamento dello sportello – sottolinea Scivittaro – è prevista un’équipe formata da diverse figure professionali: psicologo, educatore, nutrizionista, medico familiare e avvocato. A queste si aggiunge una figura nuova sempre presente: quella, appunto, del facilitatore. Si tratta di un laico che conosce l’ambito parrocchiale e, al tempo stesso, la realtà del Cif e che funge, quindi, da trait d’union tra le due dimensioni e le persone che desiderano avvicinarsi al servizio. In alcuni casi potrà anche favorire la mediazione e la nascita della domanda di aiuto».
In questi primi quattro mesi di apertura, sono arrivate allo sportello soprattutto mamme, e qualche educatore. «Anche questo è stato un tratto nuovo – conclude la psicologa del Cif – Sono venuti dei giovani, sui vent’anni, impegnati in parrocchia nella formazione degli adolescenti. E’ stato molto importante che volessero confrontarsi con noi: di solito il riferimento in questi ambiti è esclusivamente la figura del parroco, ma in campo educativo è necessario coniugare la dimensione religiosa con un pensiero di formazione più ampio a carattere psicologico. L’attenzione verso lo sportello è stata davvero buona».