Violenza, una donna su tre è stata vittima di un episodio

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I DATI
PADOVA I dati parlano chiaro: il 35 per cento delle donne è stata vittima di una qualche violenza nel corso
della propria vita. Una violenza che può manifestarsi sotto forme diverse, ma che rappresenta sempre un
ostacolo verso la parità tra i sessi, verso l’emancipazione delle donne.
Nel 2016, in Veneto, 5.300 donne si sono rivolte ai centri antiviolenza, 2.700 sono state prese in carico per
un percorso di superamento del trauma. Solo un terzo però ha denunciato. Sono donne tra i 40 e i 50 anni,
sposate e di buona estrazione culturale, alcune laureate. Numeri, quelli veneti, che hanno un riverbero
identico a Padova.
«In otto mesi abbiamo visto una cinquantina di persone all’interno dei consultori familiare di Padova»
spiega Marisa Galbussera, psicologa, vicepresidente provinciale del Comitato Italiano Femminile di Padova
e relatrice del convegno che ieri mattina, in Sala Anziani a Palazzo Moroni, ha fatto il punto sulla lotta alla
violenza contro le donne. «Nel nostro lavoro continua – vediamo sia vittime che carnefici perché da noi
arrivano le famiglie per dirci di altri problemi. Durante il racconto però, se è latente, emerge la questione
della violenza. È un mondo in cui c’è tantissimo sommerso e ce ne accorgiamo perché da noi queste
persone arrivano per parlare di altro, non hanno la coscienza di essere vittime di violenza: le donne lo
considerano qualcosa di normale perché permane uno schema patriarcale».
Uno schema talmente consolidato per cui l’ipotesi di «un sopruso maschio su femmina è ancora una cosa
che rimane nella cultura collettiva. Il profilo di uomini maltrattanti è legato a certa idea di mascolinità che ci
è trasmesso in una cultura patriarcale, nonostante anni di lotte e femminismo». Serve quindi affrontare il
problema con chi la violenza la mette in atto. «C’è bisogno di un lungo lavoro di rieducazione verso gli
uomini aggiunge Galbussera -. Partendo da una presa di consapevolezza che c’è chi ha paura di loro,
perché i maschio violenti a volte neppure se ne accorgono. L’unico modo per scardinare un meccanismo
che ha visto 1.604 minori assistere come spettatori delle violenze, è quello di fare comunità e anche che le
donne stesse devono essere solidali tra loro».

Nicola Munaro

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