Il Consultorio Familiare

Il Consultorio Familiare CIF è attivo a Padova fin dal 1972.  É un presidio multi-professionale orientato alla prevenzione ed alla promozione della salute e del benessere sociale dell’individuo, della coppia, della famiglia, dei ragazzi, nelle diverse fasi della vita.

La più recente evoluzione lo identifica quale centro per la famiglia dedicato alla mediazione familiare, all’orientamento, alla consulenza legale, psicologica, sociale, educativa genitoriale, con specifica attenzione alle situazioni di fragilità e conflitto familiare.

Propone inoltre iniziative volte a favorire l’auto-mutuo-aiuto tra gruppi caratterizzati da medesime problematiche, anche attraverso il coinvolgimento degli enti no profit e delle associazioni che si occupano di relazioni familiari.

A chi ci rivolgiamo

Adulti

Anziani

Coppie

Aree di interesse

La nostra équipe multidisciplinare, costituita da psicologici, psicoanalisti, psicoterapeuti, educatori, mediatori familiari e di comunità, avvocati, ginecologi e specialisti in Scienza dell’alimentazione, lavora e collabora su un terreno di competenza, confronto e costruzione continua, affinchè la direzione clinica della cura sia sostenuta da un pensiero elaborato e condiviso e da un’attenzione a ciò che il disagio del paziente pone come messa al lavoro nella relazione terapeutica.

Consulenze

Carta dei servizi

La Carta dei Servizi può essere definita come un patto tra l’ente erogatore e le persone che accedono al servizio, alle quali è riconosciuto il diritto  ad essere informate sulle prestazioni offerte, sulle procedure e sugli standard di qualità assicurati, sulle modalità di reclamo contro disservizi ed irregolarità.

Organigramma

L’équipe opera con una costante attenzione all’aggiornamento professionale interno e mediante il lavoro di rete con gli altri servizi pubblici e privati nel territorio.

I Progetti

Violenza ed emarginazione

Un servizio gratuito del nostro Consultorio rivolto a tutte le donne vittime di violenza, permette la condivisione dell’esperienza drammatica e la possibilità di riscattarsi sul piano soggettivo e sociale.

In-dipendenze

Il progetto IN-DIPENDENZE intende attivare iniziative e servizi finalizzati alla prevenzione primaria e secondaria delle dipendenze patologiche e alla loro cura.

Solitudine felice

Il progetto Solitudine Felice è rivolto agli anziani, con lo scopo di fornire loro eventi formativi e informativi, gruppi esperienziali e occasioni aggregative.

Come accedere

Il Consultorio Familiare CIF è aperto dal lunedì al venerdì esclusivamente su appuntamento telefonando, dal lunedì al venerdì dalle ore 9:00 alle ore 13:00, al numero 049 877 1741

Adolescenti

Durante il periodo adolescenziale può succedere di sentirsi confusi, arrabbiati, sopraffatti da vissuti di solitudine e inadeguatezza. Non si è più dei bambini ma nemmeno degli adulti, il corpo e la mente si stanno trasformando. Si vuole trovare se stessi, al di là delle definizioni e delle aspettative dei genitori.

Così, anche nei casi in cui mamma e papà siano figure positive e amorevoli, è forte la spinta a contraddire, a comportarsi in maniera contraria rispetto a valori e atteggiamenti assorbiti durante l’infanzia. Emerge il gusto per la provocazione, portare l’altro all’esasperazione per tastare il suo limite, la sua insufficienza come punto di riferimento assoluto. Compare la spinta verso nuovi modelli, che possano fornire differenti visioni della realtà, orizzonti sconosciuti, potenzialità inesplorate. Si cerca qualcosa che possa dare una risposta a tratti di se stessi che stanno venendo alla luce, aspetti personali, singolari, unici della propria soggettività nascente.

L’adolescente necessariamente va incontro ad una crisi. Mette in discussione la visione del mondo tipica del suo ambiente e va alla ricerca di altro. Ancora non sa bene cosa cercare, capita di sbandare, di disperdere le proprie energie, di idealizzare persone e situazioni e poi di incontrare la delusione e il crollo delle aspettative. Prevale un sentirsi sospesi, come davanti a infinite possibilità, tutte da esplorare perché ancora non si sa quale davvero sia la via giusta.

A volte l’incontro con un professore, un libro, un amico speciale possono avere un potere fortissimo nel favorire il distacco dalla famiglia di origine. Separazione più simbolica che reale: l’adolescente ha ancora davanti a sé alcuni anni da trascorrere in casa. Separazione da intendere non come un rifiuto totale di ciò che è stato donato e trasmesso (anche se al volte si passa proprio attraverso una radicale opposizione) ma come possibilità di stare in piedi da soli, di fare a meno dell’approvazione degli altri, di vivere la propria vita in armonia con gusti e aspirazioni singolari.

Questo passaggio dall’infanzia alla giovinezza, che può durare un tempo variabile da individuo a individuo, comporta sofferenza, tristezza, solitudine.

Stati angosciosi o depressivi sono molto frequenti, proprio perché l’adolescente si sta staccando dalla sicurezza inconsapevole e fiduciosa della relazione infantile con il genitore. Sta sperimentando la solitudine dello stare al mondo, sta testando la sua forza nell’adattarsi ad ambienti e gruppi costituiti da persone diversissime e non sempre amorevoli. Sta imparando a trovare strategie personali che gli consentono di fronteggiare le difficoltà che incontra senza il ricorso alla spalla rassicurante del genitore. Sta confrontandosi con la sessualità che accende il suo corpo e con la possibilità che questa entri nello scambio con l’altro sesso e con l’amore. Con tutte le difficoltà e le alternanze di gioie e dolori che ne conseguono: momenti esaltanti, incomprensioni, rifiuti, abbandoni, rotture, nuovi legami.

Ansia

I sintomi legati all’ansia possono essere: batticuore, rigidità muscolare, senso di allarme e di attesa, timore di un pericolo imminente, o di una minaccia indistinta. Le persone che soffrono di ansia possono provare queste condizioni in modo costante, durante tutto l’arco della giornata, oppure in modo discontinuo e intermittente e solo in determinate situazioni.

L’ansia può essere pervasiva e limitare moltissimo la vita quotidiana, incidendo sulla capacità di fare progetti, dedicarsi ad attività piacevoli o impegnarsi nelle relazioni con gli altri, quindi può essere vista dalla persona come qualcosa di cui liberarsi al più presto; tuttavia nessuno è ansioso senza motivo, quindi lo stato angoscioso può essere un’occasione per comprendere come si funziona e cosa, davvero, preoccupa così tanto.

Attacchi di panico

Gli attacchi di panico sono episodi improvvisi e imprevedibili di intensa paura o disagio che non possono essere interrotti volontariamente. Il vissuto della persona è variabile, ma può comprendere alcuni tra i seguenti sintomi: sudorazione, tremore, palpitazioni, vertigini, vampate di calore, formicolii, paura di morire, paura di impazzire o di perdere il controllo, sensazione di irrealtà o di distacco da se stessi, sensazione di catastrofe imminente, depersonalizzazione.

Gli attacchi di panico causano limitazioni alla vita quotidiana, poiché chi ne soffre può associare luoghi o eventi alla possibilità della loro insorgenza e cercare di evitarli per prevenirne la comparsa.

L’attacco di panico è spaventoso: coglie di sorpresa la persona, la quale cercherà di capire cosa gli succede, faticando a trovare il motivo per cui insorge; tuttavia anche gli attacchi di panico hanno un significato di cui si fa portavoce il corpo. È possibile scoprire che la loro insorgenza non è affatto casuale ed ha a che fare con la storia della persona e con importanti cambiamenti avvenuti nella sua vita. L’attacco di panico è un segnale che sta chiedendo a chi ne soffre di occuparsi finalmente di sè e di ascoltarsi.

Depressione

I sintomi legati allo stato depressivo sono: tristezza, apatia, crisi di pianto, svogliatezza, indecisione, scarsa stima di sé, autoaccuse e sensi di colpa, disturbi del sonno e dell’appetito, sensazione di aver perso qualcosa o qualcuno di importante, concentrazione dei pensieri sul passato e mancanza di prospettiva. Oppure sbalzi di umore, periodi bui si alternano ad euforia, ottimismo irrefrenabile, energia, sensazione di invulnerabilità, diminuzione delle ore di sonno, pensieri rapidi e loquacità, tendenza a lanciarsi in attività, progetti ed iniziative rischiose.

La persona depressa sente di essere priva di valore, indegna agli occhi degli altri e ai suoi; i livelli di sofferenza che patisce sono molto alti e si sente impotente rispetto alla situazione che sta vivendo.

Non esistono cause universali dalle quali insorge la depressione, tuttavia, nella vita di queste persone, sono rintracciabili degli eventi di perdita, di abbandono o di delusione da parte di figure importanti; queste esperienze non elaborate innescano un processo per cui è l’immagine del soggetto a deteriorarsi. La persona depressa non è riuscita a lasciar andare ciò che ha perduto: continua a vivere nel passato attendendo che le sia restituito ciò che se ne è andato.

Individuare la ferita originaria, poterla nominare può essere un primo passo verso il recupero della possibilità non di essere amati dall’oggetto scomparso, ma di poter di nuovo amare ed essere amati.

Dipendenze

Le persone possono dipendere da moltissimi oggetti: droghe, farmaci, alcol, videogame, tecnologia, shopping, lavoro, cibo e anche dalle relazioni. L’oggetto scelto ha una funzione autoterapeutica; ciò significa che, al fondo di ogni dipendenza, c’è un dolore, una difficoltà, una sofferenza che la persona non sa in che altro modo affrontare, anche se il modo che ha scelto la sta danneggiando profondamente.

Le persone dipendenti cercano un modo per vivere, ma, attraverso la dipendenza, si allontanano ogni giorno un po’ di più dalla vita: tutte le energie sono concentrate sull’oggetto della dipendenza, che diventa l’unico problema di cui si occupano e possono occuparsi.

Cercare sostegno dall’oggetto della dipendenza può sembrare, almeno inizialmente, più semplice e immediato che chiedere aiuto a qualcuno che si ha vicino, ma con il passare del tempo il prezzo da pagare per questa scelta si fa sempre più alto, sia per la persona dipendente, che per chi gli vuole bene.

L’équipe, in questi casi, è uno strumento fondamentale per aiutare non solo la persona che soffre a causa della sua dipendenza, ma per tutte le persone che sono coinvolte nella sua vita e che soffrono con e per lei.

Disturbi del comportamento alimentare

Solitamente il disturbo alimentare esordisce con una dieta motivata dal desiderio di dimagrire e il calo di peso che ne consegue dà inizio alla “luna di miele” con il sintomo: un periodo, di lunghezza variabile, durante il quale la persona crede di aver trovato la soluzione magica ai suoi problemi ed alle sue sofferenze, un comportamento che può portare approvazione, accettazione, successo e amore.

Dopo questo primo periodo di euforia subentrano sofferenza, disperazione, impotenza e l’angosciante percezione di non avere alcun controllo sul proprio modo di gestire la quotidianità, che è invece scandita dalle restrizioni alimentari, dai digiuni forzati e/o da abbuffate seguite dal vomito.

Ragazze e ragazzi che prima avevano amicizie, amori, passioni e obiettivi diventano arrabbiati e tristi e si chiudono nel loro mondo in cui combattono una battaglia costante contro una parte di loro stessi.

Poco c’entrano, nonostante l’apparenza, una scarsa educazione alimentare o la mancanza di appetito: queste sono malattie legate all’amore, ad una fame di amore.

Dietro la complessità del sintomo alimentare si cela un prezioso messaggio, rivolto all’altro, che necessita di tempo e cura per essere svelato e recapitato.

Il Consultorio collabora dal.. con Ananke, Centro per la Cura dei Disturbi Alimentari di Padova. L’èquipe del Centro è composta da vari professionisti (psicanalisti, psicologi, psicoterapeuti, nutrizionisti, psichiatri, educatori) specializzati nella prevenzione e nella cura dei sintomi alimentari. Per maggiori informazioni cliccare sul link.

Disturbi psicosomatici

I sintomi psicosomatici possono riguardare qualsiasi apparato e possono avere un grande impatto sulla vita di chi ne soffre; a volte si tratta di malattie autoimmuni, altre di sintomi che possono interessare diversi organi, producendo delle vere e proprie lesioni o malfunzionamenti.

Alla base del sintomo psicosomatico si ritiene ci siano affetti non espressi, non riconosciuti e non simbolizzati, oppure una difficoltà nell’elaborazione di esperienze traumatiche, spesso rimosse, che cioè non sono presenti alla coscienza.

Non è, quindi, solo lo stress della vita quotidiana a far soffrire il corpo, piuttosto il corpo si fa carico di esprimere un dolore proteggendo la psiche dalla possibilità di avvertirlo: è come se l’affetto spiacevole si scaricasse direttamente nel corpo senza passare per la via psichica.

Le persone con un funzionamento psicosomatico tendono a negare ciò che provano per difendersene, ma, così facendo, perdono la possibilità di essere in contatto con loro stesse, con i loro sentimenti, con ciò che desiderano e a cui ambiscono; la conseguenza è spesso un impoverimento della vita interiore in favore di uno stile di pensiero più “concreto”, magari più aderente alle richieste della vita quotidiana, ma povero in termini affettivi e relazionali.

In queste situazioni ciò che non è pensato, elaborato e vissuto attivamente passa per via somatica. Il trauma, per così dire, “s’incista”, continuando però ad esercitare i suoi effetti patogeni su un organo o su più organi. Si tratta quindi di un meccanismo che solo apparentemente permette di salvaguardarsi dal dolore, perché è il corpo ad autodistruggersi, a ferirsi, a consumarsi in malattie che hanno delle conseguenze spesso molto gravi, se non letali.

Il percorso di cura si proporrà quindi di aiutare la persona ad individuare quali possano essere gli eventi traumatici non riconosciuti come tali, a significarli, a simbolizzarli attraverso la parola e ad elaborarli legandoli con delicatezza all’affetto negato, affinché il ricorso alla somatizzazione possa essere sostituito dalla via della mentalizzazione.

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al centro italiano
femminile di padova

Con il tuo 5×1000 al CIF – Centro Italiano Femminile Provinciale di Padova sostieni la formazione, la promozione e lo sviluppo di una cultura attenta alla dignità della persona.

Per te è gratuito. Una semplice firma può fare davvero la differenza.

COSA DOVRAI FARE:

C.F. 00842400285

CENTRO ITALIANO FEMMINILE

SEDE PROVINCIALE DI PADOVA

Via del Vescovado, 29 (Presso Casa S.Pio X)
35141 – Padova